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Nuove idee in cucina con i bruscandoli

Quando l'ho portato a raccogliere i bruscandoli la prima volta, Tiziano era scettico. Non conosceva questa verdura, che io invece sono abituata a raccogliere e mangiare fin da piccola.

Il nome "bruscandoli", in realtà, è dialettale - si tratta degli apici del luppolo, (alcuni li chiamano "asparagi selvatici", ma non è corretto).

Il luppolo cresce spontaneamente in molte zone, qui in Trentino, e in particolare la si può trovare lungo gli argini dei fiumi o nei pressi di laghi ed altre zone di vegetazione umida e rigogliosa.

Dunque per raccogliere i bruscandoli, fra marzo e maggio, si possono fare delle belle passeggiate; anzi, andare a raccoglierli per poi papparseli può essere proprio la scusa per uscire, (soprattutto in certe domeniche un po' uggiose..).

Se non li avete mai raccolti finora, attenzione: è preferibile non raccogliere i bruscandoli nei pressi di campi coltivati, cioè irrorati di pesticidi ed altre sostanze tossiche per il nostro organismo.

il risotto ai bruscandoli preparato da Tiziano

Una volta raccolti i bruscandoli vanno lavati molto bene.

Prima di cuocerli si toglieranno le foglioline e la parte più dura del gambo.

Oggi vi proponiamo la ricetta del risotto con i bruscandoli, che trovate qui sul nostro ricettario, ma ne scriveremo altre, perché questa verdura si presta a molti abbinamenti gustosi.

Per la nostra ricetta del risotto di primavera con bruscandoli abbiamo usato il Vermentino di Sardegna, un vino bianco secco prodotto anche nella provincia sarda di Oristano, da cui viene Tiziano; è un vino pregiato che potete trovare anche in molti supermercati di altre regioni, se desiderate provarlo.

Certamente i bruscandoli sono ottimi anche come verdura di contorno: lessati e poi serviti, caldi o tiepidi, come preferite, conditi con olio, sale e limone o aceto, a seconda dei gusti.

A dirla tutta, a me piace più raccoglierli che mangiarli, ma da quando Tiziano li ha scoperti facciamo a gara a chi ne piglia di più; Tiziano è diventato un vero campione e non se ne lascia scappare uno, soprattutto di quelli belli polposi e lunghi, attorcigliati fin sui rami più alti.

Io, invece, raccolgo anche quelli piccini, tanto lo so che una volta a casa, puliti e cotti, non sono mai abbastanza e ci papperemo con gusto anche quelli che lui sulla pianta aveva snobbato!

Dunque, buona passeggiata e buon appetito!

Annalisa e Tiziano

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